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Perché la tecnologia non ha (ancora) reso le auto più economiche come i TV?
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Benvenuti alla 47ª edizione di Autotech Italia!
Questa settimana analizziamo un tema controintuitivo che sta facendo molto discutere nel mondo tech e che ha implicazioni enormi per il nostro settore: se la tecnologia tende a far crollare i prezzi di quasi ogni bene, perché le automobili sembrano essere una vistosa eccezione?
Partendo da un'analisi di Marc Andreessen di Andreessen Horowitz (a16z), uno dei fondi di venture capital più importanti al mondo, esploreremo le ragioni di questo paradosso.
Analizzeremo come complessità, sicurezza, elettrificazione e software stiano trasformando il valore dell'auto, con uno sguardo attento a cosa questo significhi per il futuro del car service e del post-vendita.
Buona lettura!
La tecnologia abbassa i prezzi, ma non per le auto: un paradosso da analizzare
Il principio è quasi una legge non scritta dell'economia moderna: dove la tecnologia mette radici, i prezzi tendono a scendere, a volte in modo vertiginoso.
Un grafico recentemente condiviso dal fondo di venture capital a16z, basato su dati del Bureau of Labor Statistics statunitense, lo illustra in modo lampante.
Dal 2000 al 2024, mentre l'inflazione complessiva è cresciuta dell'87,3%, il costo dei televisori è crollato del 98%, quello del software del 74% e persino quello dei giocattoli del 74%.
Sono i settori dove il bit ha sostituito l'atomo, dove la digitalizzazione ha ottimizzato ogni processo.
E le auto? Si trovano in una posizione quasi unica. Il loro prezzo è aumentato del 25,4%. Un valore nettamente inferiore all'inflazione generale, il che tecnicamente le rende "più accessibili" in termini relativi rispetto a vent'anni fa.
Tuttavia, a differenza dei beni di consumo elettronici, il loro prezzo nominale non è affatto diminuito, anzi. Questo dato apre a una riflessione fondamentale: l'automobile, pur essendo diventata un concentrato di tecnologia, risponde a logiche economiche e industriali completamente diverse.
Capire il perché di questa anomalia è cruciale per chiunque operi nel settore, dalla produzione alla riparazione.
Il Fattore Complessità: L'auto non è un gadget elettronico
La prima, e forse più ovvia, ragione di questa divergenza risiede nella natura stessa del prodotto. Un televisore o uno smartphone sono oggetti prevalentemente elettronici. La loro produzione beneficia direttamente della Legge di Moore: la potenza di calcolo raddoppia circa ogni due anni a parità di costo, rendendo i componenti esponenzialmente più economici ed efficienti. Un'automobile, al contrario, è un sistema cyber-fisico di una complessità estrema.
È un assemblaggio di migliaia di componenti meccanici, elettrici ed elettronici che devono funzionare in armonia in condizioni ambientali difficili, garantendo la sicurezza per decenni. Mentre il costo di un microchip scende, il costo dell'acciaio, dell'alluminio, della plastica, del litio e delle terre rare fluttua secondo dinamiche di mercato globale. Inoltre, la tecnologia a bordo non ha semplicemente sostituito vecchie funzioni, ma ne ha aggiunte di nuove e complesse.
Un'auto del 2024 non è una versione più economica di un'auto del 2000; è una macchina completamente diversa, dotata di sistemi ADAS, infotainment connesso, decine di centraline e sensori che vent'anni fa erano fantascienza.
Ogni nuova funzione, pur basata su tecnologia a costo decrescente, aggiunge un livello di costo iniziale all'intero sistema.
Sicurezza e Regolamentazione: un costo incomprimibile e crescente
A differenza di un computer o di un capo d'abbigliamento, un'automobile opera in un ambiente pesantemente regolamentato. Le normative sulla sicurezza (crash test, standard Euro NCAP) e sulle emissioni (Euro 6, Euro 7) sono diventate sempre più stringenti, imponendo ai costruttori investimenti colossali in ricerca e sviluppo. Questi non sono costi opzionali.
Molte delle tecnologie che oggi sono standard sono state introdotte per obbligo di legge. Sistemi come l'ABS, l'ESP, il TPMS (monitoraggio pressione pneumatici) e, più di recente, alcuni sistemi ADAS come la frenata automatica d'emergenza, sono diventati dotazioni obbligatorie. Se da un lato hanno reso le nostre strade infinitamente più sicure, dall'altro hanno stabilito un "pavimento" di costo dal quale nessun produttore può scendere. La tecnologia, in questo caso, non serve a ridurre il prezzo, ma a raggiungere standard richiesti per legge, e il suo costo viene inevitabilmente integrato nel prezzo finale del veicolo.
L'impatto dell'Elettrificazione: una rivoluzione costosa (per ora)
La transizione verso la mobilità elettrica è forse il singolo fattore più impattante sui costi dell'ultimo decennio. Sviluppare un veicolo elettrico non significa semplicemente sostituire un motore a scoppio con uno elettrico; richiede la progettazione di piattaforme completamente nuove, la gestione di catene di approvvigionamento globali per le batterie e un ripensamento totale dell'architettura del veicolo.
Il pacco batterie, da solo, rappresenta ancora oggi una frazione significativa del costo totale di un'auto elettrica. Sebbene il prezzo per kWh delle batterie al litio sia crollato negli ultimi quindici anni (un perfetto esempio del principio di a16z in azione), non è ancora sceso a un livello tale da rendere un'auto elettrica intrinsecamente più economica di una controparte termica di pari segmento. Gli enormi investimenti per la riconversione delle fabbriche e per la R&S vengono ammortizzati sui veicoli venduti, mantenendo i prezzi elevati. La promessa di un'auto elettrica più semplice e con meno parti in movimento (e quindi più economica) è reale, ma vedremo i suoi pieni effetti solo quando la tecnologia delle batterie sarà matura e i volumi di produzione avranno raggiunto una scala ancora maggiore.
Il Software e i Servizi: il nuovo valore (e costo) dell'automobile
Stiamo assistendo a un cambiamento epocale: l'auto si sta trasformando da un prodotto hardware a una piattaforma software su ruote (Software-Defined Vehicle - SDV). Il valore non risiede più solo nella meccanica, ma sempre di più nel sistema operativo, nella connettività, nelle funzionalità attivabili via software e nei servizi in abbonamento.
Questo sposta il modello di business. Le case automobilistiche stanno investendo miliardi per sviluppare i propri sistemi operativi e per offrire aggiornamenti Over-The-Air (OTA) che possono migliorare il veicolo o sbloccare nuove funzionalità nel tempo. Se da un lato questo crea un flusso di entrate post-vendita, dall'altro aggiunge un'enorme complessità e un costo iniziale di sviluppo software che viene incorporato nel prezzo d'acquisto. In futuro, potremmo vedere prezzi d'acquisto più bassi per l'hardware, compensati da abbonamenti per attivare funzioni come la guida assistita avanzata, sedili riscaldati o prestazioni superiori. Per ora, però, stiamo pagando sia la complessità dell'hardware sia quella crescente del software.
Cosa Significa per il post-vendita e il car service?
Questa crescente complessità tecnologica, che mantiene alti i prezzi delle auto nuove, ha un impatto diretto e profondo sul mondo del post-vendita. Per le officine e i professionisti del car service, questa evoluzione rappresenta sia una sfida enorme che un'opportunità.
Sfida: La riparazione non è più solo meccanica. Richiede competenze in elettronica, diagnostica software, calibrazione di sensori ADAS e gestione di sistemi ad alta tensione per i veicoli elettrici. L'investimento in formazione e attrezzature diventa non solo necessario, ma continuo.
Opportunità: Le officine che sapranno specializzarsi e stare al passo con questa rivoluzione tecnologica potranno offrire un servizio ad altissimo valore aggiunto. La capacità di diagnosticare e risolvere problemi complessi su veicoli moderni diventerà un fattore di differenziazione cruciale.
Diritto alla Riparazione: Il dibattito sul "Right to Repair" diventa ancora più centrale. L'accesso ai dati diagnostici, agli schemi e alle informazioni tecniche da parte delle officine indipendenti è fondamentale per garantire un mercato della riparazione competitivo e per evitare che la manutenzione diventi un monopolio delle reti ufficiali.
L'auto non diventa più economica perché sta diventando un oggetto molto più capace, sicuro e complesso. Per il mondo del service, questo significa che il valore del proprio lavoro non è mai stato così alto, a patto di investire costantemente nelle competenze necessarie per padroneggiare questa complessità.
👉 La mia opinione
Il grafico di a16z non dimostra che l'industria automobilistica sia immune alle leggi della tecnologia, ma che sta vivendo una fase di transizione unica. Il principio della deflazione tecnologica è all'opera: il costo di un sensore LIDAR, di un processore per l'infotainment o di un kWh di batteria sta effettivamente diminuendo. Tuttavia, questo effetto è al momento mascherato e superato da una "inflazione di complessità".
Stiamo aggiungendo tecnologia, funzioni e requisiti normativi a un ritmo più veloce di quanto la Legge di Moore riesca a ridurne il costo. L'auto del 2024 fa cose che quella del 2000 non poteva nemmeno sognare.
Credo che ci stiamo avvicinando a un punto di svolta. Una volta che le piattaforme EV saranno mature, le catene di approvvigionamento delle batterie stabilizzate e le architetture software standardizzate, potremmo finalmente assistere a una vera riduzione dei costi di produzione che si rifletterà sul prezzo finale.
Ma per i prossimi anni, il valore (e il costo) di un'auto continuerà a essere definito da questa affascinante battaglia tra la spinta deflazionistica della tecnologia e la spinta inflazionistica della complessità e dell'innovazione.
Per chi, come noi, lavora nel settore, la sfida è chiara: non vendiamo né ripariamo più semplici mezzi di trasporto, ma sofisticate piattaforme tecnologiche.
E questo cambia tutto.
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