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I superpoteri dell'AI arriveranno presto anche nell'automotive

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Nota per i lettori: vogliate perdonarmi ancora una volta se ho saltato l’uscita di questa edizione ma in occasione del mio compleanno ho dedicato tre giorni di distacco alla mia famiglia (nella splendida e vibrante Napoli)… ma soprattutto per la prima volta da anni ho lasciato il computer a casa 😱

Benvenuti alla 35a edizione di Autotech Italia !

Non è un caso se con questa edizione, ben 8 articoli su 35 parlano di Intelligenza Artificiale (AI).

La missione del progetto Autotech Italia è quello di rendere disponibile in pochi minuti la sintesi (“leggibile” e “capibile” per gli operatori e appassionati del post vendita automotive) delle principali evoluzioni tecnologiche che cambieranno le regole del gioco del settore.

Nello specifico ritengo utile parlare di quelle tecnologie che non sono “imposte” dalle case auto (es: motorizzazioni, transizione elettrica) ma che si diffondono in modo generico e che per essere adottate necessitano innanzitutto di un cambiamento culturale.

Oggi voglio portare alla vostra attenzione i primi casi in cui le aziende hanno dichiarato ufficialmente come l’AI è diventata un asset aziendale al pari delle risorse umane.

Andiamo a vedere perché anche nell’automotive sarà così.

Buona lettura!

I superpoteri dell'AI arriveranno presto anche nell'automotive

Questo ragionamento è partito da vari commenti autorevoli come quelli di Luca Tremolada sul Il Sole 24 Ore e di Luca Mastella di Learnn in seguito all’annuncio di Duolinguo (la famosa app per imparare le lingue straniere più usata al mondo) che “smetteranno di lavorare con freelancer esterni e ridurranno l'organico” grazie all’adozione sistematica dell’AI nei loro processi.

Tecnicamente questo approccio si chiama “AI-first” cioè “prima l’AI” come quando dieci-dodici anni fa queste stesse aziende annunciavano (ed hanno realizzato) la svolta “mobile-first” cioè “prima sul cellullare”:

Per far capire la portata della notizia, in pratica questa azienda usava principalmente dei lavoratori freelance per fare le traduzioni e da adesso in poi gradualmente ne faranno a meno.

Questo non è il primo caso in cui una grande azienda tecnologica negli ultimi mesi (non anni) ha adottato questo nuovo approccio (Klarna di cui ne ho già parlato, Airbnb, Shopify, etc), ma quello che mi preme sottolineare è come da cinquant’anni i grandi cambiamenti nelle abitudini delle persone sono sempre state anticipate dalle aziende tecnologiche.

L’automotive ne potrà restare fuori?

Perchè l’approccio “AI-first” fa tanto rumore

Come analizzato da Luca Tremolada, il caso di Duolingo ha tre elementi che vanno sottolineati:

  • è stato il primo player ad annunciare esplicitamente questa nuova strategia, considerando che è una società quotata in borsa (DUOL • NASDAQ) dove gli annunci sono molto seri;

  • l'azienda non si concentrerà solo sulla didattica e creazione di contenuti, ma integrerà l'AI nei processi di assunzione, valutazione delle prestazioni e allocazione delle risorse;

  • L'azienda ha rivisto al rialzo le previsioni di fatturato per il 2025, stimando entrate tra 987 e 996 milioni di dollari, grazie all'aumento della domanda per il piano potenziato dall'AI, campagne di marketing efficaci e l'espansione dell'offerta di corsi.

Messaggio per i naviganti: più fatturato con le stesse risorse (se non di meno).

Le figure professionali impattate dall’AI

Sempre seguendo la logica dell’unire i puntini, ho ripreso un articolo di Stefano Gatti pubblicato prima dell’annuncio di Duolingo in cui racconta l’impatto dell’AI sui vari profili professionali degli sviluppatori software.

In sintesi, per quello che ci interessa da vicino, questo grafico racconta molto bene chi sta rischiando di più il proprio posto di lavoro (“danger zone”): le figure “junior” e “staff”.

Fonte: Stefano Gatti

Qui parliamo di sviluppatori software dove, ricordo ai “diversamente tecnici, il processo è scrivere migliaia di righe di codice software con centinaia di ore di lavoro ad esempio per sviluppare un software gestionale (livello tecnico molto semplice).

Un processo non banale ma che questa nuova AI riesce a fare.

Test per gli operatori automotive: sostituite nel grafico le parole “junior”, “mid”, “Senior”, “Staff” con le varie figure professionali della vostra azienda dall’amministrazione, all’accettazione fino ai reparti lavorativi.

Con l’AI le startup americane chiedono meno soldi

Si avete capito bene. Da mesi sembra che il vento sia cambiato e che le nuove startup americane (quelle famose della Silicon Valley come lo sono state Apple, Google, Amazon, Facebook, Netflix, Airbnb) grazie a prodotti e servizi basati sulla filosofia “AI-first” riescono a fatturare cifre importanti con team relativamente piccoli.

Questo segno importante che arriva dal più grande fondo di investimento di nuove startup al mondo, Y Combinator, dimostra come la correlazione del numero di dipendenti = fatturato sta cambiando, almeno per il settore tecnologico.

In questo post ci sono numeri “eclatanti” di questo tipo di nuove aziende: fatturato da zero a x milioni, in quanti mesi e con quante persone.

Si avete letto bene: Cursor per ha raggiungere un fatturato annuo ricorrente (ARR: Annual Recurrent Revenue) di 100 milioni impiegando “sole” 20 persone in “solo” 21 mesi!

Domanda: con queste metriche i soci fondatori perchè dovrebbero chiedere soldi a nuovi investitori riducendo le proprie quote societarie?

L’esperienza con l’AI in tiassisto24

Da diversi mesi anche in tiassisto24 abbiamo iniziato ad usare in modo diffuso vari strumenti di AI.

La nostra è una azienda che ha il core business nello sviluppo di soluzioni digitali su piattaforma proprietaria per l’innovazione dei processi del post vendita.

Prima di rilasciare soluzioni di AI per i nostri clienti, ci siamo concentrati nell’adozione sistematica di questa tecnologia nei processi collaterali al core business come il marketing, la comunicazione e l’assistenza clienti.

Questo approccio ci sta permettendo di incrementare i servizi offerti e l’assistenza ai clienti restando un team di sole quattro persone.

In pratica è come se ognuno di noi riesce a svolgere in autonomia tanti nuovi compiti che prima richiedevano competenze esterne.

Aspetto significativo: ognuno di noi quattro ha realizzato una crescita professionale notevole grazie all’auto-apprendimento dei nuovi strumenti direttamente sul campo.

👉 La mia opinione

Spero che siete riusciti ad arrivare fino a questo punto del ragionamento.

A mio avviso il settore automotive deve guardare alla rivoluzione dell’AI come il cambiamento definitivo di tanti “mestieri” non intesa come mera sostituzione di forza lavoro ma come incremento delle competenze e della capacità lavorativa delle singole persone.

Invito a fare riferimento ad una sorta di “superpotere” più che al robot umanoide che lavora al posto di un operaio (per questo ci vorrà anche del tempo ma anche tanti soldi).

Nelle aziende automotive, come in tante altre centinaia di migliaia di PMI italiane, tutti i giorni vengono gestiti tanti processi che hanno bisogno di operazioni “umane” basiche (es: rispondere al telefono all’ennesimo cliente che vuole sapere a che punto è il tagliando della sua auto) che saturano le risorse umane abbassando il livello di apporto al valore dell’azienda.

Una proposta di test per gli imprenditori del settore: iniziate voi stessi a sperimentare nel vostro lavoro quotidiano l’uso di questi strumenti (l’uno vale l’altro) per capire come effettivamente è possibile fare cose che prima invece necessitavano di un’altra persona per motivi di tempo o di competenza.

Adesso immaginate come la vostra azienda può crescere se il maggior numero di collaboratori lavorasse allo stesso modo.

Ma soprattutto quanto voi e le vostre “persone” possono crescere a livello professionale e di soddisfazione del proprio posto di lavoro.

Questi sono i motivi per cui sono scommetto che i superpoteri dell'AI arriveranno presto anche nell'automotive.

💸 Follow the MONEY

In questa sezione ho creato due portafogli con i titoli delle case auto tradizionali e di quelle nuove (EV e cinesi) con l’andamento dell’anno in corso (proviamo così, mi dirai se ha senso o meno).

Ritengo importante tenere sempre ben in vista i valori di questi due aggregati come una sorta di “sentiment” del settore nella sfida tra i player storici e quelli nuovi perchè è qui che si giocherà la partita nel medio e lungo periodo.

A te le valutazioni 😉

NB: i dati sono generati da Google Finance e vanno considerati solo per analizzare l’andamento in % dei due gruppi di titoli e non i valori assoluti espressi in valuta. Si sconsiglia l’uso per finalità di investimento.

Se ho fatto qualche errore non esitare a segnalarmelo. Grazie!

Portafoglio Case Auto Tradizionali

Portafoglio Case Auto “Nuove”

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Alla prossima settimana!

Michele

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